come usiamo lo storytelling?
Caro lettore sconosciuto, alla domanda come utilizzare lo STORYTELLING proverò a risponderti così:
Da sempre abbiamo scattato molte foto in viaggio e con queste al ritorno cerchiamo sempre di selezionare le migliori per raccontarlo, e tra tutte queste ne sceglieremo alcune che raccontino un’emozione, i nostri sentimenti. Ma se non abbiamo un blog o un sito dove poterle mostrare, saremmo costretti a postarle sui social media, sperando che qualcuno le guardi subito. Si perché dopo qualche giorno, metteremo altre foto su quel canale web che sposteranno indietro (nel dimenticatoio) la nostra storia.
Qui sotto due foto che illustrano la vita di Uyuni un piccolo centro della Bolivia.


Nel viaggio di 30 giorni dal Cile alla Bolivia passando per l’Argentina del Nord scattare foto che raccontano da sole il viaggio è stato facile, in quanto il clima secco ha aiutato alla perfetta qualità della foto, che sono sempre limpide, e il colore della terra e la postura della gente per noi occidentali è un’attrazione unica.
E’ meglio lo storytelling realizzato con immagini fisse oppure sfruttare la magia del movimento? Qui sotto due brevi video realizzati con la A7III per NYC e la Panasonic Lumix FZ2000 per il viaggio in Africa.
In queste due clip ho riassunto una piccola parte di due viaggi, il primo a New York City e poi quello che nel 2017 ci ha portato a fare 20.000km dal Sudafrica allo Zimbabwe. Nonostante anni fa non realizzassi video con l’idea di caricarli su YouTube penso che raccontino due momenti importanti di dove siamo passati e quello che abbiamo visto. La difficoltà maggiore è stato il montaggio, in quanto ho recuperato i video di non eccelsa qualità e con molta ispirazione li ho montati.
New York City e la sua metropolitana, una location che tutti abbiamo visto nei film, e che mi ha sempre affascinato. Passare del tempo all’interno di una metro mi ha dato occasione di riprendere questa clip e uno spaccato del mondo di come la gente la vive. La voce di chi canta è originale delle riprese video.
Il secondo video è un riassunto del viaggio di un mese da Cape Town allo Zimbabwe. Tutte le volte che lo guardo penso di ripartire. Per me riassume perfettamente l’avventura, spero che anche a voi scateni la voglia di partire. Un viaggio lungo, dove non avevamo date certe ma solo la voglia di viaggiare.
Ma nel 2021 ci chiediamo se è meglio utilizzare i video o la fotografia per lo Storytelling. Sicuramente i video sono quelli che da alcuni anni attirano di più ‘attenzione. Perché nel racconto possiamo inserire la parte vocale che spiega cosa stiamo facendo e perché, e la musica, che aiuta a concentrarsi sull’azione. Quindi un connubio di emozioni e informazioni completo. Dal 2020 con un nuovo PC molto performante ho iniziato ad utilizzare il programma di montaggio video DaVINCI RESOLVE. Una sfida in più, in quanto imparare a padroneggiare il montaggio video non è così banale. In più Color Correction e Color Grading sono due tecniche che aiutano nel racconto, in quanto si può creare l’atmosfera ideale per i video. Ma la fotografia è quella che adoro, lo scatto di quel momento, di quella persona in quel momento. Il cercare di fermare il tempo e rivedere all’infinito quello sguardo

Siamo viaggiatori. E per questo la nostra fotografia è il racconto del viaggio, il racconto di quello che realmente abbiamo visto e vissuto. Magari la nostra fotografia in alcuni particolari è stata adattata ai nostri gusti mediante la post-produzione, ma nell’essenziale deve raccontare un percorso e quello, che a nostro avviso lo ha contraddistinto, e che sarà quello che dovrà attirare l’attenzione di chi ci segue.
storytelling del darjeeling






Non sempre per raccontare dobbiamo avere una fotocamera compatta Nikon S8000, non particolarmente performante. In queste due serie di fotografie penso di avere colto l’atmosfera del nostro viaggio in Darjeeling. Un mondo lontano ma semplice, dove lo Storytelling è il fine, e lo scatto un’immagine da leggere.
In viaggio non è sempre possibile fotografare e registrare. Con il tempo ho scoperto che, prima di partire, si deve prefigurare un progetto e scegliere se fotografare o realizzare video, o semplicemente guardare. Anche se non sembra, noi viaggiatori, non sempre abbiamo molto tempo da dedicare alla fotografia, in quanto passiamo la giornata alla ricerca dello sconosciuto.
In più i mezzi da utilizzare sono molti, forse troppi.
Smartphone con Gimbal, fotocamera che possiamo usare anche da videocamera in 4K, e oggi anche il drone, che registra in 4K e pesa solo 2.48 gr.
Quindi prima di partire dobbiamo sempre prendere delle decisioni, che condizioneranno la tipologia del nostro racconto o storytelling.
Sicuramente la fotografia è più semplice da realizzare, una fotocamera regala immagini perfette, momenti unici e irripetibili, ma con il video avremo raccontato molto di più, in modo più completo e anche il contesto in cui ci troviamo (compresi i suoni), un documentario vero e proprio. Per non parlare del drone, che ci regala una visione molto più ampia, aerea; una visione a cui non siamo abituati e che quindi incuriosisce molto di più lo spettatore.

In conclusione, caro lettore sto realizzando che non esiste una tipologia corretta per tutti i racconti di viaggio, ma dobbiamo creare uno storytelling mirato e dedicato al canale d’informazione sul quale vogliamo veicolare il nostro racconto. Se abbiamo lettori nel nostro pubblico, la fotografia abbinata al racconto scritto sarà la vincente. Una foto rimane impressa e si riguarda più volte, dandoci il tempo per riflettere.
Se vogliamo immergere i nostri lettori nel vivo dell’azione del viaggio, allora il video con i suoni di quello che succede mentre registriamo, sarà la miglior scelta. Se poi abbiniamo delle viste aeree, queste aiuteranno chi guarda a immedesimarsi nell’azione.